Siamo all’inizio del ‘900 tra gli orti, il ruscello della Vettabia, case popolari e installazioni industriali e artigianali, quando nasce la Società di Mutuo Soccorso per l’educazione dei metallurgici (ne possiamo ammirare ancora il nome originale sulla facciata di ingresso del Circolo).
Aveva per i ragazzi aule, sala di lettura, mensa e stanze di riposo, un luogo di munificenza e solidarietà. E’ una scuola operaia, uno spazio di scolarizzazione e incontro destinato ai lavoratori delle fasce più deboli, quelli con le schiene rotte dal lavoro e in tasca lo stretto necessario per sfamare la famiglia, comprare un paio di scarpe all’anno che, rattoppate fino ad essere più toppa che scarpa, passano di figlio in figlio. Soldi per l’istruzione ce ne sono pochi, ma la sensazione che possa essere importante si fa strada. Insieme all’idea che ciò che da soli è impossibile, possa essere, invece, realizzabile unendo le forze.
E’ qui che mezzo secolo più tardi Osvaldo Pesce, segretario dell’organizzazione dei Comunisti d’Italia, rilascia l’ultima intervista sugli scioperi del ’43 e ’44. Nel frattempo lo spazio di via Bellezza è diventato sede del Partito comunista del Sud di Milano e nel seminterrato è nata la palestra di pugilato che, nel 1960, Luchino Visconti sceglierà come set cinematografico per Rocco e i suoi fratelli, inquadrando in una delle scene il vecchio logo dipinto dalla U.S.L, Unione Sportiva Lombarda, datato 1909 e tutt’ora presente.
Da queste stanze e questi cortili approderanno ai ring internazionali campioni come Carmelo Bossi campione mondiale e olimpico negli anni 60 e, passando per il Bellezza, all’arena della politica parlamentare molti dei rappresentanti più significativi della sinistra italiana.
Gli ultimi anni della vita del Bellezza, divenuto nel 1956 circolo Arci, sono stati caratterizzati dall’organizzazione di iniziative culturali in campi diversi che hanno configurato il Bellezza come luogo sociale di incontro e confronto. Gli spazi del primo piano del corpo principale, le corti interne e il piano terra dei corpi industriali sono ad oggi destinati a circolo anziani, doposcuola per bambini, scuola di musica e di ballo, corsi per anziani e per nuove professioni, scuola gratuita di italiano per stranieri in collaborazione con la Filef, una sede dell’Anpi, un ristorante “popolare” e sono utilizzate per confronti su temi sociali e culturali, rassegne di cinema e teatro, presentazioni di libri, incontri che nella loro molteplicità contribuiscono ad una sana convivenza civile, un luogo dove opporsi alle barriere e alle paure.
Ma sono stati, anche, anni difficili, segnati da difficoltà economiche e organizzative che hanno portato ad un commissariamento chiuso nel 2016.
E proprio la crisi, superata con l’elezione di un nuovo direttivo dopo due anni di commissariamento, ha offerto l’occasione per fermarci e riflettere sull’identità di un circolo che oggi conta quasi quindicimila tesserati. Ci siamo domandati, nel moltiplicarsi delle attività e delle tessere che hanno permesso il risanamento dei bilanci, quale visione accompagnasse, oggi, la vita di questa numerosa e variegata realtà, quali fossero i valori e i progetti condivisi.
Cosa fosse rimasto dunque della storia da cui proveniamo, quella storia di creatività e allenamento (di pensiero) che ha sempre fatto del Bellezza una comunità attiva di cittadinanza.
Le risposte a queste domande hanno dato il via a una serie di progetti grandi e piccoli, che, riallacciandosi con il passato, indichino una via per il presente e per il futuro. Così nasce il progetto complessivo “la Palestra di Cittadinanza”, che vorremmo costruire con la collaborazione delle università e delle fondazioni del territorio milanese.